Il Kit di Costruzione di Linguaggi

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Modelli

Linguaggi naturali e innaturali

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Personalmente mi piacciono i linguaggi naturalistici, così i miei linguaggi inventati sono pieni di irregolarità, derivazioni lessicali stravaganti, e idiomi interessanti.

E' più facile, senza dubbio, creare un linguaggio "logico", ed è desiderabile se vuoi creare una interlingua ausiliaria, tipo l'Esperanto. Il pericolo è a) creare un sistema così originario, così astratto, che è anche impossibile da imparare; oppure b) non notare quando riproduci delle illogicità presenti nel modello che stai usando. Chiedimi delle irregolarità dell'Esperanto un giorno di questi.


Linguaggi non occidentali (o, per lo meno, non simili all'italiano)

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Guardare a quale linguaggio non indo-europeo, tipo il Quechua [guarda la mia introduzione al Quechua qui al Metaverso], Cinese, Turco, Arabo, o Swahili, può farti aprire gli occhi.

Impara altre lingue, se puoi. Se le lingue sono difficili per te, per lo meno leggi una grammatica per avere buone idee da rubare. Il libro The World's Major Languages di Bernard Comrie contiene descrizioni corpose di 50 lingue. An Introduction to the Languages of the World, di Anatole Lyovin, contempla in maniera leggibile tutte le famiglie dei linguaggi del mondo, mettendo in risalto il fattore turistico, e dà alcuni profili dettagliati di qualche importante linguaggio che Comrie non considera.

Se non conosci bene un'altra lingua, sei quasi sicuramente destinato a produrre codifiche dell'italiano. Leggere grammatiche (o questi file html) può aiutarti a evitare di duplicare la grammatica italiana, e ti da qualche semplice idea da provare; ma la vera difficoltà è il lessico. Se tutto ciò che sai è l'italiano, tenderai a duplicare la struttura e gli idiomi del vocabolario italiano. Più avanti ti darò qualche consiglio per minimizzare questo problema.


Suoni

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I non linguisti spesso iniziano con l'alfabeto e aggiungono qualche apostrofo e accenti diacritici. Il risultato appare essere qualcosa che somiglia molto all'italiano, ha più suoni del necessario e che anche l'autore ignora come pronunciare.

Otterrai migliori risultati se imparerai la fonetica (lo studio dei possibili suoni del linguaggio). Utili riferimenti sono J.C. Catford, A Practical Introduction to Phonetics (eccellente per lo studio casalingo), e Roger Lass, Phonology. Qui sotto c'è una piccola introduzione.


Tipi di consonanti

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Le consonanti sono ottenute ostruendo il passaggio dell'aria dai polmoni. In prima approssimazione, le consonanti variano in queste dimensioni:

Le consonanti italiane possono essere disposte su una griglia come questa:


bilabiali lab-dnt dentali alveolari postalveolari palatali velari
occlusive p b t d k g
fricative f v s z S
affricate ts dz tS dZ
approssimanti l gl
nasal m n gn J
trillo r
n.d.t.: rispetto al kit originario questa tabella è stata modificata per l'italiano prendendo i punti di articolazione dalla Carta dell'IPA e aggiungendo il tipo "trillo" (detto anche "vibrante") che in inglese non esiste e non era stato dunque menzionato dall'autore originale

A volte lo stesso suono in una lingua ha differenti forme che si basano sulla sua posizione nella parola. Per esempio in inglese (ma anche in italiano) la "p" è aspirata all'inizio di una parola, ma non aspirata altrove; così come anche la "m" è generalmente bilabiale, ma è labiodentale davanti ad una "f".

I linguisti chiamano fonemi i suoni base di un linguaggio, quelli che possono distinguere una parola dall'altra, e foni i suoni che vengono realmente pronunciati. Così direbbero che in inglese c'è un fonema /p/, che ha due realizzazioni fonetiche, o allofoni [ph] e [p].


Inventare le consonanti

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Avrai notato che la griglia delle consonanti per l'italiano ha dei "buchi". Questo vuol dire che puoi inventare suoni riempiendo la griglia? Ma certo!

Ad esempio, l'italiano ha la postalveolare fricativa non sonora (sorda), ma non quella sonora, oppure non ha velari.

Ancora più eccitante è aggiungere intere serie di consonanti usando contrasti non usati in italiano, come la palatizzazione o l'aspirazione. O rimuovere serie che l'italiano ha. Il Quechua Cuzco, ad esempio, ha tre serie di occlusive: aspirate, non aspirate e glottalizzate, ma non distingue tra consonanti sonore e non sonore.

La chiave per una lingua naturalistica, in effetti, è aggiungere (o togliere) intere dimensioni. E' concepibile che una lingua possa avere un'unica consonante glottalizzata, ma è più probabile che ne abbia un'intera serie (lungo i punti di articolazione: p' t' k'). Una lingua potrebbe avere solo due consonanti palatalizzate (l'italiano ha la "gl" e la "gn"), ma uno che ne ha un'intera serie è più probabile.

Puoi anche aggiungere punti di articolazione. Ad esempio, mentre l'inglese ha tre serie di occlusive, l'hindi ne ha cinque (bilabiali, dentali, retroflesse, alveolo-palatali e velari. Le consonanti retroflesse richiedono di ritorcere un po' la lingua all'indietro), e l'arabo ne ha sei (bilabiale, dentale, enfatiche (non chiedetemi niente), velari, uvulari e glottali).

Alcune consonanti sono più comuni di altre. Ad esempio, virtualmente ogni lingua ha le semplici occlusive p t k. Il libro di Lass dà degli esempi; guarda anche The Cambridge Encyclopedia of Language, di David Crystal, a pagina 165.


Vocali

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L'aspetto più importante delle vocali sono l'altezza e la frontalità.

Puoi sistemare le vocali in una griglia in accordo con queste due dimensioni. La parte bassa della griglia è di solito disegnata più corta perché c'è meno spazio per la lingua per muoversi se la bocca è aperta.

  Vowel diagram

Per sentire queste distinzioni, pronuncia le parole nel diagramma, muovendoti dall'alto verso il basso o da lato a lato, e nota dove si trova la lingua e quanto è vicina al palato.

Le vocali possono variare anche lungo queste dimensioni:

L'inglese ha un sistema di vocali piuttosto complesso:


--deboli-- --forti--
frontali---posteriori frontali--posteriori
alte pit put peat poot
medie pet putt pate boat
basse pat pot father bought

Interessanti sistemi semplici sono il Quechua (tre vocali, i u a) e lo spagnolo e l'italiano (cinque: i e a o u). I semplici sistemi di vocali tendono a estendersi; una "i" del Quechua, ad esempio, può suonare come una "i" italiana o anche come una "é" chiusa. Nello spagnolo e nell'italiano la "e" e la "o" hanno due allofoni: aperto ("c'è", "moda") e chiuso ("mese", "orco").

Ancora, se inventi una lingua, non limitarti ad aggiungere una o due vocali esotiche: tenta di inventare un intero sistema di vocali, usando le dimensioni descritte sopra. Ad esempio, cominciando dal sistema italiano, puoi utilizzare la distinzione tra forte e debole, aggiungere la rotondità e poi ridurre le vocali basse frontali e posteriori (ci sono spesso più vocali alte che basse).


Accento

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Non dimenticare di dare una regola per l'accento. L'italiano ha l'accento di solito sulla penultima sillaba e se non ci pensi il tuo linguaggio inventato tenderà a funzionare nella stessa maniera.

Il francese accenta di solito l'ultima sillaba. Il polacco e il quechua accentano sempre la penultima sillaba. Il latino ha una regola più complicata: accenta la penultima sillaba a meno che entrambe le ultime due sillabe sono corte e non sono separate da due consonanti.

Se la regola è assolutamente regolare, non hai bisogno di indicare l'accento ortograficamente. Se è irregolare, comunque, considera di indicarla esplicitamente, come in spagnolo (o in italiano n.d.t.): corazón, porqué.

In inglese le vocali sono ridotte a forme più indistinte e centralizzate. Questa è una ragione (sebbene non l'unica) per cui lo "spelling" inglese è così difficile.


Tono

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Le sillabe del cinese mandarino hanno quattro toni, o contorni di intonazione: livello alto, ascendente, basso discendente e alto discendente. [Per zhongguórén: No, non ho descritto il terzo tono in maniera errata. Pensaci.] Questi toni sono parte della parola e possono essere usati per distinguere parole di significato diverso: ma 'madre', 'canapa', 'cavallo', 'maledizione'. Il cantonese e il vietnamita hanno sei toni. [Il primo tono dovrebbe essere una linea dritta sulla vocale e l'accento circonflesso sul terzo tono dovrebbe essere invertito, ma questo è quanto riesco a fare con l'html]

Se sembra essere un po' elaborato, puoi considerare un sistema di tono-accento, come quello che uso in un altro mio linguaggio inventato, il Cuêzi: l'accento in una parola può essere o alto o basso di tonalità. Il giapponese e il greco antico sono linguaggi con accenti tonali.

Nel giapponese (comune), le sillabe possono essere di tono alto o basso; ogni parola ha una particolare 'melodia' o sequenza di sillabe alte e basse-- ad esempio ikebana 'disposizione dei fiori' ha la melodia BABB; sashimi 'pesce crudo affettato' ha BAA; kokoro 'cuore' ha BAB. Suona più o meno come se si debba ricordare il tono di tutte le sillabe; ma in questo risulta non essere vero. Tutto ciò che devi imparare è il punto in cui cade l'"accento", la principale caduta di tono. Dopodiché applichi semplicemente queste tre regole:

Così per ike'bana abbiamo AAAA, poi AABB, poi BABB.


Restrizioni fonologiche

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Ogni lingua ha una serie di restrizioni su quali possibili parole possono esistere. Ad esempio, come un inglese sa in qualche modo che blick e drass sono parole possibili, anche se non sembrano esistere, sa anche che vlim e mtar probabilmente non sono inglese.

Indicare le restrizioni fonologiche nel tuo linguaggio per dargli un suo "gusto distintivo" sarà un lavoro molto lungo.

Parti con un modello di sillabe distintivo. Ad esempio

Cerca di generalizzare le tue restrizioni. Ad esempio, "m" e "t" è illegale all'inizio di una parola in inglese (e in italiano). Possiamo generalizzare questo a [nasale] + [occlusiva]. Le regole su "v" + "l" si generalizzano almeno a [fricativa sonora] + [approssimante].

Un altro processo da conoscere è l'assimilazione. Le consonanti contigue tendono ad assimilarsi nello stesso punto di articolazione. E' per questo che in latino in- + -port = import, ad + simil- = assimil-. E' per questo che la "-s" che indica il plurale, in inglese, suona come una "z" dopo una occlusiva sonora, come in dogs o moms. E' sempre per questo che il klomter di Larry Niven, da The Integral Trees, suona così falso. m + t (sebbene non impossibile) è difficile, poiché ogni suono avviene in un differente punto di articolazione; entrambi i suoni sono portati o a spostarsi alla posizione dentale (klonder) oppure quella labiale (klomper). Un altro possibile risultato è l'inserzione di un suono foneticamente intermedio: klompter.


Bocche aliene

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Se stai inventando un linguaggio per gli alieni, probabilmente vorrai dar loro suoni molto differenti (sempre che parlino, naturalmente). I fumetti della Marvel hanno come soluzione di inserire mucchi di apostrofi: "Questa è l'Imperatrice Nx'id''ar' del pianeta Bla'no'no!" Larry Niven si limita a violare le restrizione fonetiche dell'inglese: tnuctipun. Noi possiamo fare di meglio.

Pensa alla forma della bocca dei tuoi alieni. E veramente lunga? Questo suggerisce di aggiungere un po' di punti di articolazione. Forse il flusso d'aria stesso funziona in maniera diversa: forse non hanno naso e quindi non possono produrre nasali; o non possono smettere di respirare mentre parlano, in questo modo tutte le loro vocali devono essere nasali; oppure il flusso d'aria passa a velocità maggiore, producendo suoni dai toni più alti e forse più consonanti enfatiche. O forse la loro anatomia permette schiocchi, scatti e tonfi che possono diventare fonemi dei loro linguaggi.

Molti scrittori se ne sono usciti con creature con due tratti vocali, che permettono loro di pronunciare due suoni contemporaneamente, o di accompagnarsi da soli come in un duetto.

Oppure, che ne pensi dei suoni e le sillabe che variano il loro colore tonale? I significati potrebbero essere distinti dal fatto che la voce suona come un trombone, un violino, una tromba o una chitarra.

Suggerire suoni aggiuntivi è difficile e forse seccante per il lettore; l'idea dell'alieno può anche essere resa rimuovendo intere dimensioni fonetiche. Un alieno potrebbe essere incapace di pronunciare consonanti sonore (e quinti semprare un po' tetesko), oppure essere privo di labbra e quindi saltare le labiali (dei hare questo 'er hare il lentriloquo).


Alfabeti

Ortografia

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Una volta che hai i suoni del tuo linguaggio, devi creare un'ortografia-- cioè un modo standard per rappresentare questi suoni nell'alfabeto romano.

In questo caso non ti raccomando di essere molto creativo. Ad esempio puoi rappresentare a e i o u come ö é ee aw ù, con un accento invertito alla fine della parola. Una ortografia esotica è probabilmente un tentativo di ravvivare un sistema fonetico che non è differente dall'italiano. Lavora sui suoni, poi trova un modo per scriverli in maniera semplice.

Se stai inventando una lingua per un mondo fantasy, è saggio tenere i nconto di come coloro che parlano italiano mutileranno le tue bellissime parole. Tolkien è il modello, qui: leggeva il Quenya come se fosse latino, non introdusse ortografie disgustose, e indicò gentilmente il fatto che la "e" finale dovesse essere pronunciata (in inglese le "e" finali non si pronunciano, per questo Tolkien decise di indicarle con la dieresi, in modo da "ricordare" agli inglesi che leggevano i suoi libri che quella "e" doveva essere trattata in maniera particolare, rispetto al loro inglese: FinwÎ, EonwÎ, EldaliÎ, n.d.t.). Anche se non poté resistere a richiedere che la c e la g dovessero essere sempre dure (Nemmeno io, per il Verdurian), che probabilmente significa che una grande quantità dei suoi nomi (ad esempio Celeborn) sono normalmente pronunciati in maniera sbagliata.

Marc Okrand, inventando il Klingon, ha avuto la furba idea di usare lettere maiuscole e minuscole con differenti valori fonetici. Questo ha il vantaggio di raddoppiare le lettere disponibili senza segni diacritici, ma non è esteticamente molto bello ed è sicuramente un problema per la memoria.

Oppure puoi puntare all'eleganza, come ho fatto per il Verdurian. Non mi piacciono i digrammi (gruppi di due lettere successive il cui valore fonetico è un singolo suono, n.d.t.), così ho adattato l'ortografia cecoslovacca-- ch per ch, sh per sh, ecc. Questo mi ha spinto alla fine a creare uno speciale font per Macintosh, il che significa che ero probabilmente pazzo. (Nota comunque che i font per le lingue di nazioni dell'est europeo e anche del resto del mondo sono complete adesso.)

Il senso di differenziazione tra le nazioni del tuo mondo può essere raggiunto usando diversi stili di traslitterazione per ognuno. Nel mio mondo fantasy, ad esempio, le parole Verdurian dharcaln e Barakhinei Dhârkalen non sono pronunciate in maniera così differente, ma la diversa ortografia dà ad ognuna una sensazione differente. Sarai sicuramente più contento di visitare la dharcaln civilizzata piuttosto che la scura e nascosta Dhârkalen, vero? (Ti ho ingannato. E' lo stesso posto.)

Se stai inventando una interlingua, naturalmente, non dovresti occuparti delle convenzioni inglesi; crea la romanizzazione più semplice che puoi. Cerchi grane, poi, se ti inventi nuovi segni diacritici, come fece l'inventore dell'Esperanto.


Un esempio

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Ecco l'alfabeto che ho creato per il Verdurian:

Nota che c'è una corrispondenza uno-a-uno tra l'alfabeto Verdurian e la rappresentazione dell'inglese. Questo non è molto naturalistico-- gli schemi di traslitterazione non sono di solito così semplici-- ma questo è un buon inizio. Una volta che puoi leggere il tuo alfabeto in maniera fluente, sentiti libero di aggiungere complicazioni.

Un buon alfabeto non può essere creato in un giorno. Questo ha preso forma in un periodo di settimane, mentre io giocavo con vari caratteri.

Fai in modo che le lettere siano distinguibili. I migliori alfabeti si allargano nello spazio grafico concettuale, in modo che le lettere non si confondano tra di loro. Tolkien, in questo caso, è un cattivo esempio: gli elfi devono essere stati tormentati dalla dislessia. Se le lettere iniziano a somigliarsi troppo, chi le usa troverà il modo di distinguerle, ad esempio nel modo in cui un programatore, scrive gli zeri con una barra. Gli europei scrivono l'1 con un elaborato baffo iniziale-- impossibile da confondere con la "i", ma comunque somiglia molto ad un 7, che a questo punto ha acquisito una barra orizzontale!

Ricorda che le lettere vengono scritte tantissime volte, durante la vita di ognuno e della civiltà. Le lettere elaborate vengono semplificate. Puoi simulare questo processo scrivendo tu stesso molte volte le lettere; le semplificazioni appropriate si suggeriranno da sole automaticamente.

Nota che ho fornito sia il maiuscolo che il minuscolo, come negli alfabeti romano e greco. Le lettere minuscole sono tutte semplificazioni della forma maiuscola (che è anche la forma antica). Guardandomi indietro, probabilmente non avrei dovuto imitare il sistema misto maiuscole-minuscole, che nel nostro mondo è limitato agli alfabeti occidentali. Avrei dovuto mantenere il 'maiuscolo' per i tempi antichi e il minuscolo per i tempi moderni.

Ho tentato di dare alle lettere una storia individuale, come per il nostro alfabeto. La lettera t, ad esempio, deriva dal disegno di una coppa, touresiu in Cuêzi; la n era originariamente il disegno di un piede (nega). Devo ammettere che ho fatto questo all'inverso-- ho inventato i pittogrammi che sarebbero potute diventare le lettere, che avevo concepito anni prima!

Nota inoltre che le consonanti sonore, nella forma maiuscola, sono semplicemente la forma sorda con una linea su di esse (questo è un po' meno chiaro con la d e la t), e che le lettere per sh ch zh sono tutte chiare variazioni le une delle altre. Questo viola un pochino la mia regola di 'massima distinzione', ma penso che aggiunge interesse all'alfabeto.

Noterai anche che c'è sia la c che la k nell'alfabeto. Questo è una sorta di etnocentrismo in cui è facile cadere. Perché un altro linguaggio avrebbe dovuto duplicare la storia della "c" e la "k" del nostro alfabeto? Ho reinterpretato questi simboli in maniera che indicassero la /k/ e la /q/.


Segni diacritici

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Qualche consiglio: non usare mai segni diacritici senza dar loro significati specifici, preferibilmente uno che rimanga lo stesso in tutti gli usi. Ho fatto questo errore nel Verdurian: ho usato ö e ü come in tedesco, ma ë in qualche modo come in russo (indicando la palatalizzazione della consonante precedente), e ä come semplice raddoppiamento della a. Ero più furbo al tempo che ho iniziato con il Cuêzi: l'accento circonflesso indica sempre un accento di tono basso.

Evita di usare apostrofi solo per fare parole che sembrino straniere o aliene. Dato che gli apostrofi vengono usati in maniere contraddittorie (rappresentano il colpo glottale in arabo o hawai'iano, glottalizzazione in quechua, palatalizzazione in russo, aspirazione in cinese e un suono omesso in inglese, francese e italiano), tendono a non suggerire nulla al lettore.


Sistemi di scrittura bizzarri

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Cosa, dici che vuoi costruire un sillabario? Una forma corsiva del tuo alfabeto? Un sistema logografico?

Leggi un buon libro su come funzionano i sistemi di scrittura. Writing Systems di Geoffrey Sampson è un libro veramente buono.

Se ti sembra troppo, leggi qualcosa sul tipo di sistema che vuoi imitare: I caratteri cinesi, il sillabario giapponese o maya, l'alfabeto sillabico sanscrito, il codice distintivo coreoano, l'alfabeto completamente corsivo arabo, e così via.

Un libro come Languages of the World di Kenneth Katzer, dà esempi di una grande varietà di modi di scrivere. The World's Major Languages di Comrie fa lo stesso, ma più in dettaglio. Oppure investi nel gorilla del campo: The World's Writing Systems di Daniels & Bright, che spiega come ogni sistema di scrittura del mondo funziona.

Nota che la scrittura logografica e i sillabari tendono a funzionare meglio con lingue che hanno una struttura sillabica molto limitata-- Il giapponese, con (C)V(n), è vicino all'ideale; l'inglese è pessimo (l'italiano non saprei, ho costruito un sillabario per l'italiano e sembra funzionare abbastanza bene n.d.t.)


Costruire le parole

Di quante parole ho bisogno?

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Dove il tarlo del conlang comincia a mordere, il concetto di Speedtalk sicuramente seguirà. Lascia che Robert Heinlein lo spieghi:

Molto tempo fa, Odgen e Richards hanno mostrato che ottocentocinquanta sarebbero un vocabolario sufficiente per esprimere qualunque cosa che può essere espressa da un "normale" vocabolario umano, con l'aiuto di una manciata di parole speciali-- un centinaio-- per ogni campo speciale, come le corse dei cavalli o la balistica. Circa nello stesso periodo i fonetici hanno analizzato tutte le lingue umane in un centinaio di suoni, rappresentati dalle lettere di un alfabetico fonetico generale.
... Un simbolo fonetico era l'equivalente di un'intera parola in un linguaggio "normale", una parola in Speedtalk era uguale ad un'intera frase.
--"Gulf", in Assignment in Eternity, 1953

Questa è una idea tentatrice, non solo perché promette di salvarci una buona quantità di lavoro. Perché inventare migliaia di parole se sarebbero sufficienti un centinaio?

La sfortunata verità è che Ogden and Richards ci hanno truffati. Sono stati capaci di ridurre il vocabolario dell'Inglese di Base così tanto usando idiomi come fare bene per riuscire. Che può salvare una parola ma è ancora una voce che deve essere memorizzata come una unità, senza nessun aiuto dalle sue parti componenti. Inoltre, l'intero processo è altamente irregolare (Fare male non vuol dire fallire.)

L'idea dello Speedtalk può sembrare ricevere supporto da quelle osservazioni secondo cui l'80% dei testi intlesi fa uso soltanto delle 3000 parole più frequenti, e che il 50% fa uso di sole 100 parole. Comunque (come il linguista Henry Kuchera fa notare), c'è una relazione inversa tra la frequenza e la quantità di informazione contenuta: le parole più frequenti sono parole funzionali (preposizioni, particelli, congiunzioni, pronomi), che non contribuiscono molto al significato (e infatti possono essere tolte completamente, come nei titoli dei giornali), mentre le parole meno frequenti sono parole dal contenuto importante. Non è molto utile capire l'80% delle parole in una frase, se il restante 20% è il più importante per capire il suo senso.

L'altro problema è che la ridondanza non è un problema, è un vantaggio. Claude Shannon ha mostrato che il contenuto di informazione di un testo inglese è di circa un bit per lettera-- non molto alto considerando che per un testo casuale è di circa cinque bit per lettera. Suona poco efficiente, vero? D'altra parte noi non sentiamo ogni suono (o, se siamo abili lettori, leggiamo ogni lettera) in una parola. Usiamo la ridondanza incorporata di una lingua per capire comunque cosa è stato detto.

Mettendola in un'altra forma: p cmprndr n tst tln nch snz vcl, oppure detto in una comunicazione telefonica piena di disturbi. Frasi in Speedtalk distorte in un simile modo sarebbero impossibili da capire, poiché l'intero morfema sarebbe mancante o sbagliato. Molto probabilmente il grado di ridondanza di un linguaggio umano è calibrato alla perfezione al minimo livello di informazione necessaria per far fronte ai tipici livelli di distorsione.

Comunque, vai avanti e gioca con l'idea di Speedtalk. E' buona per qualche ora di divertimento, creando un insieme minimo di primitive; e l'abitudine di parafrasare che ti donerà è molto utile per creare linguaggi. Devi solo tentare di non prenderla troppo sul serio; se lo fai, la tua punizione è imparare 850 parole di ogni possibile lingua straniera e essere trasferito in una città di persone che parlano solo quella lingua.


Linguaggi alieni o a priori

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Se stai facendo una lingua per un mondo differente, vorrai, naturalmente, parole che non suonano come alcun linguaggio esistente. Per questo può essere sufficiente creare parole che usino i suoni e la struttura delle sillabe del tuo linguaggio.

Questo potrebbe diventare abbastanza velocemente noioso. Non ti consiglio di sederti e venirtene fuori con un centinaia di parole tutte in una volta; molto presto finirà l'ispirazione o trovarti ad avere tutte le parole che cominciano ad avere lo stesso suono. Puoi anche creare nuove radici da cui puoi derivare parole.

Non è difficile scrivere programmi per computer che creano casualmente parole per il tuo linguaggio (anche rispettando la sua struttura sillabica). Se lo fai, ricordati che i suoni (e le strutture delle sillabe) non sono equiprobabilmente distribuite in un linguaggio naturale. L'inglese usa molte più "t" che "s", più "f" che "z".

Resisti alla tentazione di dare un significato ad ogni possibile sillaba. I linguaggi reali non funzionano in questo modo (a meno che il numero di possibilità sia veramente piccolo). Anche se stai lavorando su un linguagio ausiliare altamente strutturato, avrai bisogno di spazio per future espansioni. E chi parla questa tua lingua non dovrà tirar fuori una vecchia parola ogni volta che vuole costruire un neologismo o una abbreviazione.

Vorrai differenti lunghezze di parola per avere varietà; ma non inventare troppe parole lunghe. E' meglio derivare le lunghe parole combinando le parole più piccole, oppure aggiungendo suffissi. Oppure, imitando il modo in cui l'inglese è pieno di importazioni dal latino e dal greco, o il giapponese pieno di parole cinesi, crea due linguaggi e poi costruisci parole di uno usando componenti dell'altro.


Un po' di cose prese in prestito in maniera quasi riconoscibile

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Ho fatto in modo che il Verdurian apparisse gentilmente familiare, come se fosse un lontano parente delle linguee europee. Per esempio:

Sul Adh e otál mudray dy tü, dalu esë, er ya cechel rho sen e sënul.
Solo Dio è saggio quanto te, mio re, e anche là non sono certo.
So cuon er so ailuro eu druki. Cuon ride she slushir misotém ailurei. So ailuro e arashó rizuec.
Il cane e il gatto sono amici. Il cane ride agli scherzi del gatto. Il gatto è proprio divertente.

Per raggiungere questa impressione, ho preso in prestito da un certo numero di linguaggi terrestri-- cioè ailuro 'gatto' e cuon 'cane' sono adattamenti dal greco; sul 'solo' dal francese; rizir 'divertire' e ya 'infatti' dallo spagnolo; druk 'amico' e slushir 'sentire' dal russo. L'ortografia amichevole e la semplice struttura sillabica (C)(C)V(C) aiutano inoltre a rendere la lingua invitante.

Per contrasto, un altro linguaggio, lo Xurnásh, è fatto per sembrare più alieno:

Ir nevu jadzies mnoshudacij. Toc shizen ri tos bunjachi shasik rili. Tos denjic shush bunji dis kezi. Syu shacho cu shush izraugi.
Mia nipote sta dando un appuntamento ad uno scultore. Non vede difetti in lui. Lui spera un giorno di governare una provincia. Per quanto mi riguarda, non invidio quella provincia.

Linguaggi basati su linguaggi esistenti

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Gli interlinguaggi sono spesso basati su linguaggi esistenti; per esempio, l'Esperanto è principalmente basato sul francese, l'italiano, il tedesco e l'inglese. Da cui il problema di creare parole si riduce a grandi linee a quello di acquisire dizionari buoni.

Un po' di creatori di lingue hanno tentato di avvicinarsi al lavoro sistematicamente-- ad esempio l'Interlingua è basato su nove lingue, e di solito adotta la parola trovata in più lingue.

Il Lojban usa una varietà più vasta di lingue, includendone alcune non occidentali, e usa un algoritmo statistico per produrre una forma intermedia. L'intenzione è di fornire una certa assistenza mnemonica ad una quantità molto grande di coloro che lo parlano. E' un'idea intrigante, sebbene l'esecuzione è così subdola che il linguaggio è spesso confuso con l'essere a priori.


Il simbolismo dei suoni

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Alcuni linguisti dicono di aver trovato alcuni modelli di significato tra le lingue umane. Ad esempio le vocali anteriori (i, e) si dice che suggeriscano cose "piccole", "soffici", oppure di tono alto; le vocali basse e posteriori (a, u, o) dovrebbero suggerire, invece, cose "larghe", "di alto volume" e di tono basso. Confronta itty-bitty, whisper, tinkle, twitter, beep, screech, chirp, con humongous, shout, gong, clatter, crash, bam, growl, rumble; o lo spagnolo mujercita 'piccola donna' con mujerona 'grande donna'. Cecil Adams ha usato questo modello quando ha commentato, riguardo alla chirurgia di allungamento del pene, che "se la natura di ha dotato di un 'ding' piuttosto che un 'dong', devi vivere con esso e basta."

Delle eccezioni non sono difficile da trovare, naturalmente-- notevole small (piccolo) e big (grande).

Inventando linguaggi alieni gli autori si limitano a fare uso di quelli che possiamo chiamare stereotipi fonetici. L'Orchesco di Tolkien, ad esempio, fa un uso massiccio di suoni gutturali ed è pieno di consonanti, mentre le sue lingue elfiche sono più vocaliche, e sembrano avere molti suoni piacevoli, come le "l" e le "r".


Alcune linee guida per non reinventare il vocabolario italiano

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